Come se la perdita del marito non fosse un dolore bastante il destino regalò a Giovanna, come alle tante donne e uomini coraggiosi del tempo, la gioia di una guerra preannunciata come gloriosa e vittoriosa.
Sappiamo invece come si concluse e quante disgrazie e lutti provocò in particolare a chi, come Domenico, era di leva proprio in quegli anni.
La scelta di Giovanna fu quello di nascondere il figlio fingendolo scomparso. Subì in silenzio la requisizione di grappa da parte degli occupanti tedeschi venuti a cercarlo e pareva proprio che lo stratagemma dovesse funzionare ma come sempre il fato può riservare delle brutte sorprese.
Partiti i Tedeschi infatti arrivarono i partigiani. Entrarono nel cortile armati di tutto punto. Cercavano Domenico, volevano passarlo per le armi in quanto lo ritenevano un imboscato.

Cercarono ovunque e alla fine lo scovarono e lo trascinarono nel cortile. Disperata Giovannina mandò a chiamare il prete. Gli sembrò che Dio fosse l’unica persona a cui poteva appellarsi in quel tragico momento. Il Cappellano arrivò di corsa ma a nulla sembravano valere le preghiere disperate di una madre terrorizzata e impotente, a nulla sembravano valere neppure le preghiere del cappellano. Anche in quel frangente, fu proprio lei, “la grappa” la grande protagonista che riuscì a evitare una triste fine a Domenico.
