Domenico Campagna e la moglie Cinat Luigia non ebbero figli e decisero di comune accordo di prendersi in casa, come “figlio d’anima” il nipote Lindo Pagura con l’intento di farne l’erede della loro attività.

Era appena finita la guerra e si poteva ripartire con nuovo slancio, nuovi progetti, e al giovane Lindo la vitalità e l’intraprendenza certo non mancavano.

Un vecchio operaio della Distilleria ce lo definì come un “veir ligera” un termine scomparso che fa parte del passato e che potremmo tradurre oggi come un “viveur”, uno insomma a cui piaceva la bella vita.

Tale eventualità purtroppo non tardò molto ad attuarsi dato che il Campagna, nel 1919, morì dopo una breve malattia lasciando prematuramente al diciannovenne Lindo l’onere di condurre la distilleria.

A questo giovane scavezzacollo bisognava trovare la moglie giusta che lo tenesse un po’ a freno e la scelta cadde su Giovanna Mistruzzi, di buona famiglia, figlia della levatrice del paese e del Podestà. La scelta, come vedremo, non potè essere più azzeccata.

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